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museiscientifici:vittoriacolonna_roma:radiometro_di_crookes

Radiometro di Crookes a due mulinelli

Descrizione e funzionamento

Il modello corpuscolare della luce di I. Newton suggeriva che le particelle di luce avrebbero prodotto una pressione quando una certa superficie fosse stata illuminata. Anche J. C. Maxwell aveva dedotto dalla sua teoria sulle onde elettromagnetiche che la luce deve produrre una pressione molto debole ma pur rilevabile. Nel 1875, due anni dopo le previsioni di Maxwell, W. Crookes (1832- 1919) tentò di dimostrarne l’esistenza con la costruzione del radiometro. Ma il suo apparecchio, pur se correttamente concepito, girava in senso opposto a quello previsto. Il radiometro infatti non gira per la pressione di radiazione luminosa, ma per un effetto termico. Il radiometro è contenuto in una ampolla di vetro, in cui è stato fatto un vuoto non molto spinto (dell’ordine di 1 Pa), ed è costituito da un mulinello formato da quattro palette montato su uno spillo. Ogni paletta ha una superficie lucida (meglio se a specchio), e l’altra annerita. Questo esemplare ha due mulinelli che girano in senso opposto. Se per semplicità seguiamo il modello corpuscolare della luce (invece dell'attuale modello fotonico), sappiamo che, nell’urto elastico di un oggetto contro una parete, l’impulso che riceve la parete è doppio di quello che riceve nel caso di urto anelastico; dunque una particella di luce riflessa ha un effetto doppio di una assorbita. Si prevede quindi che il mulinello, convenientemente illuminato, debba girare nel senso che la parte nera preceda quella lucida, ma ciò non accade, anzi il radiometro gira al contrario poiché ci sono troppe molecole di gas nei dintorni delle palette. La superficie nera si riscalda molto di più della superficie lucida cedendo molta più energia cinetica alle molecole di gas vicine; queste rimbalzano via con maggiore velocità dalle facce annerite, che ricevono un maggiore impulso di quelle lucide. Se si diminuisce ulteriormente la presenza dei gas residui nell’ampolla, il radiometro si ferma. Per funzionare come avrebbe voluto Crookes, il radiometro, oltre ad avere un vuoto più spinto, dovrebbe presentare attriti molto minori per poter rivelare la pressione della luce. Il suo nome deriva dal supporre che la sua velocità di rotazione indichi l’intensità della luce incidente. Comunque esso è interessante didatticamente poiché richiama la teoria cinetica dei gas. Inoltre era usato in laboratorio insieme a una coppia di specchi parabolici metallici per mostrare la propagazione per irraggiamento: nel fuoco di uno specchio si metteva la fiamma di una candela mentre a una certa distanza, nel fuoco dell’altro specchio posto di fronte, c’era, come rivelatore, il radiometro.

Numero di Inventario -
Nome dello strumento Radiometro di Crookes a due mulinelli

Dati scientifici

Epoca inizio 1900
Costruttore Sconosciuto
Dimensioni (in mm.) 400 mm, 90 mm,
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) Bulbi di vetro, palette di metallo leggerissimo, sostegno di legno
Descrizione L'apparecchio è composto da due mulinelli a quattro palette con superfici riflettenti ed assorbenti del calore, liberi di ruotare attorno ad un'asse verticale ed inseriti in due bulbi di vetro entro cui è stato praticato il vuoto. L'asse verticale poggia su un supporto in legno.
Funzionamento A causa della pressione residua di gas di circa 1 Pa, vi sono molte molecole la suo interno. La superficie nera si riscalda molto di più della superficie lucida cedendo molta più energia cinetica alle molecole di gas vicine; queste rimbalzano via con maggiore velocità dalle facce annerite, che ricevono un maggiore impulso di quelle lucide. Questo determina il verso di rotazione dell'apparecchio.
Bibliografia J. R. Zacharias, La pressione della luce, nella Guida all’uso dei film per l’insegnamento della fisica, Esso Italiana, Roma 1972. M. Fazio e M. C. Montano, Una nuova fisica, Vol. II, Morano, Napoli 1984. A. Battelli e P. Cardani, Trattato di fisica sperimentale, Vol. II, F. Vallardi, Milano 1913.
Eventuale iscrizione -
Inventore William Crookes

Dati storici

Data di entrata Sconosciuta
Inventario Album fotografico degli strumenti di fisica
Vecchi numeri di inventario 10736
Donato - comperato - provenienza -

Dati relativi al restauro

Stato di conservazione Buono
Descrizione interventi effettuati -
Nome restauratore -
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica Per esperienze sulla propagazione del calore per irraggiamento

Dati relativi alla conservazione

Armadio 19
Ripiano 1
Scheda tecnica del produttore No
Collocazione Primo Piano

Sitografia

Link Descrizione
Radiometro di Crookes Wikipedia: l'enciclopedia libera.
Radiometro di Crookes Pagina web con la descrizione e funzionamento.

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museiscientifici/vittoriacolonna_roma/radiometro_di_crookes.txt · Ultima modifica: 2024/07/05 14:53 da fabio.panfili