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Indice
Rocchetto di Ruhmkorff
Scheda integrata e rielaborata dal dott. Fabio Panfili.
Numero di Inventario | 78 |
Nome dello strumento | Rocchetto di Ruhmkorff |
Dati scientifici
Epoca | età moderna |
Costruttore | - |
Dimensioni (in mm.) | 515 mm. (larghezza) 240 mm. (profondità) 330 mm. (altezza) |
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) | legno, metalli vari, materiali isolanti, rame isolato |
Descrizione | Su una base di legno si trova il rocchetto che è essenzialmente un trasformatore con il primario, avvolto su un nucleo di ferro dolce, costituito da poche e robuste spire di rame isolato, collegato ad un alimentatore di bassa tensione e forte corrente continua; e col secondario avvolto sopra al primario e costituito da numerosissime spire di rame più sottile e molto più isolato. Il nucleo cilindrico di ferro dolce è realizzato con lastre sottili di ferro dolce isolate tra loro; con questo accorgimento il nucleo si magnetizza più rapidamente e nello stesso tempo si evitano le correnti di Foucault. Lo scopo principale del nucleo è quello di aumentare il coefficiente di mutua induzione dei due circuiti. Collegato col secondario vi è lo spinterometro visibile sopra il cilindro. Questo è formato da due colonnine di metallo che reggono due aste di metallo delle quali una termina con un dischetto, mentre l'altra con una punta. In questo esemplare uno dei due manici che servono per regolare la distanza fra il disco e la punta è danneggiato. Fra il dischetto e la punta, durante il funzionamento, scocca la scintilla elettrica. L'interruttore a martelletto, a destra nella foto, provvede ad interrompere la corrente continua erogata dall'alimentatore; interruzione che serve per variare bruscamente il flusso magnetico generato dalla corrente nel primario, variazione di flusso che si concatena al secondario permettendo così il funzionamento del trasformatore. Il contatto dell'interruttore può essere regolato agendo sull'apposita vite. |
Funzionamento | Non appena circola corrente nel primario, il martelletto dell'interruttore viene attratto dal campo magnetico del nucleo e apre il circuito; la corrente cessa bruscamente e il martelletto viene richiamato nella sua posizione di riposo dall’asticina elastica che lo regge, chiudendo il circuito e facendo circolare di nuovo la corrente nel primario. Questo processo avviene più volte al secondo. In sintesi, una rapida variazione della corrente al primario genera un flusso di campo magnetico rapidamente variabile, che si concatena al secondario, generando in questo una forza elettromotrice indotta di notevole intensità. La tensione all’uscita del rocchetto presenta una semionda a bassa tensione e una semionda con un picco di tensione stretto e molto elevato e questo picco ne fa la caratteristica principale per i suoi impieghi. Il rocchetto è stato per più di mezzo secolo l'unico dispositivo in grado di generare tensioni periodiche elevate, ed è stato determinante per lo sviluppo delle ricerche sulle onde hertziane e sulle scariche nei tubi a gas rarefatti. |
Bibliografia | - |
Eventuale iscrizione | - |
Inventore | Heinrick Ruhmkorff |
Dati storici
Data di entrata | anni '80/'90 del 1900 |
Inventario | - |
Vecchi numeri di inventario | - |
Donato - comperato - provenienza | comperato |
Dati relativi al restauro
Stato di conservazione | - |
Descrizione interventi effettuati | - |
Nome restauratore | - |
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica | Usato per la creazione di onde EM e per elettrizzare i conduttori |
Dati relativi alla conservazione
Scheda tecnica del produttore | - |
Collocazione | Aula Valerio Mengarini |
Sitografia
Link | Descrizione |
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Due rocchetti di Ruhmkorff | Descrizione, funzionamento e cenni storici |
https://www.fstfirenze.it/rocchetto-di-ruhmkorff/ | |
http://www.fondazionegalileogalilei.it/museo/collezioni/strumenti_scientifici/elettromag/schede_elettromag/roc_ruhmkorff.html | |
Rocchetto di Ruhmkorff | Pagina web con la descrizione e funzionamento |
museiscientifici/tasso_roma/rocchetto_di_ruhmkorff.txt · Ultima modifica: 2025/02/12 18:13 da fabio.panfili