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museiscientifici:tasso_roma:prisma_acromatico

Apparecchio con due prismi per l'acromatismo

Prisma

Numero di Inventario 186
Nome dello strumento Prisma Acromatico (??N.d.R.)

Dati scientifici

Epoca Fine '800
Costruttore -
Dimensioni (in mm.) 250mm (altezza minima, variabile) 100 mm (larghezza) 100 mm (profondità)
Materiali Ottone, Vetri flint e crown, Ghisa.
Descrizione Lo strumento è formato da un sostegno cilindrico in ottone poggiato su una base. Il sostegno termina con un altro tubo cilindrico che serve a regolarne l'altezza. Su una piastrina orizzontale sono fissate due colonnine parallele, che possono essere ruotate, alle quali sono fissati due prismi, uno di vetro crown e uno di vetro flint. I due prismi isosceli hanno angoli al vertice diversi. Quello con angolo al vertice più acuto è di vetro flint, l'altro è di vetro crown.
Funzionamento Se si sceglie un prisma di vetro flint con angolo di rifrangenza opportunamente ridotto in modo da produrre uno spettro di colori della stessa ampiezza di quello ottenuto utilizzando un prisma di vetro crown, e i due prismi si pongono in maniera tale da produrre effetti opposti, le dispersioni si compensano ma non le deviazioni. La luce bianca incidente viene ricomposta, seppur parzialmente, in uscita e subisce una deviazione uguale alla differenza delle deviazioni dei singoli prismi. I vetri flint hanno un alto indice n di dispersione che aumenta, entro certi limiti, all'aumentare della frequenza della luce; ad esempio il flint al bario va da 1,596 a 1,629. I vetri crown hanno indice minore; ad esempio il crown borato ha un indice che va da 1,504 a 1,523.
Bibliografia P. Brenni, Gli strumenti di fisica dell`Istituto Tecnico Toscano – Ottica, Giunti, Firenze 1995. V. Ronchi, Storia della Luce, Laterza, Bari 1983. E. Perucca, Fisica generale e sperimentale, Vol. II, UTET, Torino 1934.
Cenni storici Isaac Newton nel suo Optiks (1704) sosteneva che la rifrangenza fosse proporzionale alla dispersione, pertanto secondo lui l`aberrazione cromatica delle lenti non era eliminabile, e dunque nella costruzione dei telescopi ricorse agli specchi parabolici. Ma nel 1757 J. Dollond, un ottico inglese, accoppiando una lente concava-convessa di flint e una biconvessa di crown, ottenne un sistema abbastanza acromatico, mostrando che la rifrangenza e la dispersione sono legate da relazioni molto complesse. Questo permise la costruzione di cannocchiali e telescopi con sistemi multipli di lenti e, non meno importante, la realizzazione di buoni obiettivi per le macchine fotografiche.
Eventuale iscrizione -
Inventore -

Dati storici

Data di entrata -
Inventario -
Vecchi numeri di inventario 130
Donato - comperato - provenienza -

Dati relativi al restauro

Stato di conservazione Usato
Descrizione interventi effettuati -
Nome restauratore -
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica -

Dati relativi alla conservazione

Armadio S
Ripiano 2
Scheda tecnica del produttore No
Collocazione Aula Valerio Mengarini

Sitografia

Link Descrizione
https://www.istitutomontani.edu.it/museovirtuale/due_prismi78/ Museo virtuale ITT Montani
Prisma acromatico Catalogo della Collezione Liceo Scientifico Alessandro Serpieri Rimini

museiscientifici/tasso_roma/prisma_acromatico.txt · Ultima modifica: 2024/09/07 12:16 da fabio.panfili