museiscientifici:tasso_roma:prisma_acromatico
Indice
Apparecchio con due prismi per l'acromatismo
Dati scientifici
Epoca | Fine '800 |
Costruttore | - |
Dimensioni (in mm.) | 250mm (altezza minima, variabile) 100 mm (larghezza) 100 mm (profondità) |
Materiali | Ottone, Vetri flint e crown, Ghisa. |
Descrizione | Lo strumento è formato da un sostegno cilindrico in ottone poggiato su una base. Il sostegno termina con un altro tubo cilindrico che serve a regolarne l'altezza. Su una piastrina orizzontale sono fissate due colonnine parallele, che possono essere ruotate, alle quali sono fissati due prismi, uno di vetro crown e uno di vetro flint. I due prismi isosceli hanno angoli al vertice diversi. Quello con angolo al vertice più acuto è di vetro flint, l'altro è di vetro crown. |
Funzionamento | Se si sceglie un prisma di vetro flint con angolo di rifrangenza opportunamente ridotto in modo da produrre uno spettro di colori della stessa ampiezza di quello ottenuto utilizzando un prisma di vetro crown, e i due prismi si pongono in maniera tale da produrre effetti opposti, le dispersioni si compensano ma non le deviazioni. La luce bianca incidente viene ricomposta, seppur parzialmente, in uscita e subisce una deviazione uguale alla differenza delle deviazioni dei singoli prismi. I vetri flint hanno un alto indice n di dispersione che aumenta, entro certi limiti, all'aumentare della frequenza della luce; ad esempio il flint al bario va da 1,596 a 1,629. I vetri crown hanno indice minore; ad esempio il crown borato ha un indice che va da 1,504 a 1,523. |
Bibliografia | P. Brenni, Gli strumenti di fisica dell`Istituto Tecnico Toscano – Ottica, Giunti, Firenze 1995. V. Ronchi, Storia della Luce, Laterza, Bari 1983. E. Perucca, Fisica generale e sperimentale, Vol. II, UTET, Torino 1934. |
Cenni storici | Isaac Newton nel suo Optiks (1704) sosteneva che la rifrangenza fosse proporzionale alla dispersione, pertanto secondo lui l`aberrazione cromatica delle lenti non era eliminabile, e dunque nella costruzione dei telescopi ricorse agli specchi parabolici. Ma nel 1757 J. Dollond, un ottico inglese, accoppiando una lente concava-convessa di flint e una biconvessa di crown, ottenne un sistema abbastanza acromatico, mostrando che la rifrangenza e la dispersione sono legate da relazioni molto complesse. Questo permise la costruzione di cannocchiali e telescopi con sistemi multipli di lenti e, non meno importante, la realizzazione di buoni obiettivi per le macchine fotografiche. |
Eventuale iscrizione | - |
Inventore | - |
Dati storici
Data di entrata | - |
Inventario | - |
Vecchi numeri di inventario | 130 |
Donato - comperato - provenienza | - |
Dati relativi al restauro
Stato di conservazione | Usato |
Descrizione interventi effettuati | - |
Nome restauratore | - |
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica | - |
Dati relativi alla conservazione
Armadio | S |
Ripiano | 2 |
Scheda tecnica del produttore | No |
Collocazione | Aula Valerio Mengarini |
Sitografia
Link | Descrizione |
---|---|
https://www.istitutomontani.edu.it/museovirtuale/due_prismi78/ | Museo virtuale ITT Montani |
Prisma acromatico | Catalogo della Collezione Liceo Scientifico Alessandro Serpieri Rimini |
museiscientifici/tasso_roma/prisma_acromatico.txt · Ultima modifica: 2024/09/07 12:16 da fabio.panfili