museiscientifici:tasso_roma:coesore
Indice
Coherer
Scheda rielaborata dal dott. Fabio Panfili.
Numero di Inventario | 239 |
Nome dello strumento | Coherer |
Dati scientifici
Epoca | Fine '800 [?? N.d.R.] |
Costruttore | - |
Dimensioni (in mm.) | Diametro base: 90 mm Altezza: 122 mm |
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) | Vetro, legno, sughero, rame, metalli vari |
Descrizione | Una base di legno sostiene, tramite un semicilindro di legno, un tubetto di vetro all'interno del quale si vedono nella foto numerose viti e cilindretti di metallo. Agli estremi del tubo vi sono due tappi di sughero. Dietro vi è il semicilindro di legno, di diametro appena più grande del tubetto, da cui partono due fili circolari di rame che sostengono il coherer. Questo esemplare presenta aspetti inconsueti per l'epoca ad esso attribuita. Il primo e più importante è la presenza al suo interno dei cilindretti e delle viti di metallo, mentre all'epoca (fine '800, primo '900) si usavano polveri di metalli poco ossidabili. In prevalenza acciaio e nichel. Il secondo, non meno strano, è l'assenza di elettrodi interni e di reofori di collegamento verso l'esterno, senza i quali il coherer non può essere utilizzato. Almeno, esaminando la foto, questi non si vedono. Se ne potrebbe dedurre che l'oggetto sia stato costruito solo per una illustrazione di tipo didattico. Bisogna pur dire che, se al suo interno ci fossero i due elettrodi con i reofori verso l'esterno, l'esemplare potrebbe funzionare. |
Funzionamento | Premesse le condizioni elencate nella descrizione, ancor oggi non esiste una teoria che ne spieghi il funzionamento. Il coherer presenta una resistenza elevata (decine o centinaia di kΩ, ma, non appena viene investito da onde elettromagnetiche, passa ad una bassa resistenza (decine o un centinaio di Ω) e conduce corrente fino a che non viene lievemente urtato e torna in non conduzione. Il primo a formulare una ipotesi sul funzionamento fu O. Lodge che introdusse l'idea di microfusioni fra i granuli di polvere (o, in questo caso, tra i cilindretti), microfusioni che si rompevano per l'urto. Poi in tempi relativamente recenti si ricorse all'idea di micro-giunzioni dirette e inverse, ecc.., ma ulteriori indagini hanno mostrato la debolezza delle ipotesi. Comunque il coherer, portato ad un'alta efficienza da G. Marconi, fu usato nei primordi delle radio riceventi. |
Bibliografia | - |
Eventuale iscrizione | - |
Inventore | Temistocle Calzecchi Onesti nel 1884 (1853- 1922) |
Dati storici
Data di entrata | - |
Inventario | - |
Vecchi numeri di inventario | - |
Donato - comperato - provenienza | - |
Dati relativi al restauro
Stato di conservazione | Discreto |
Descrizione interventi effettuati | - |
Nome restauratore | - |
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica | No |
Dati relativi alla conservazione
Armadio | P |
Ripiano | 1 |
Scheda tecnica del produttore | No |
Collocazione | Aula “Valerio Mengarini”, primo piano, ala destra |
Sitografia
Link | Descrizione |
---|---|
https://www.istitutomontani.edu.it/museovirtuale/2-il-coherer-e-un-convegno-del-1985/ | Breve resoconto su un convegno sul coherer del 1985; vi sono approfondimenti sul coherer. |
COHERER | Enciclopedia Treccani |
museiscientifici/tasso_roma/coesore.txt · Ultima modifica: 2025/04/27 16:16 da fabio.panfili