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museiscientifici:piloalbertelli_roma:spettroscopio_a_un_prisma

Spettroscopio a un prisma

Scheda rielaborata dal dott. Fabio Panfili in collaborazione con il sig. Vincenzo Panetta.

Spettroscopio a un prisma, Immagine di Lab2Go
Spettroscopio a un prisma, foto di V. Panetta
Spettroscopio a un prisma, foto di V. Panetta
Spettroscopio a un prisma, foto di V. Panetta
Spettroscopio a un prisma, foto di V. Panetta
Spettroscopio a un prisma, foto di V. Panetta
Spettroscopio a un prisma, foto di V. Panetta

Spettroscopio a un prisma

Numero di Inventario 783
Nome dello strumento Spettroscopio a un prisma

Dati scientifici

Epoca 5/04/1882
Costruttore -
Dimensioni (in mm.) 300 mm (altezza)
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) Ottone, acciaio, vetri per lenti e prisma
Descrizione Lo spettroscopio è composto da tre cannocchiali e un prisma montati su una piattaforma metallica con colonna e base. È noto che un prisma di vetro scompone la luce, passata attraverso una fenditura, nei colori che la formano. Nel piattino al centro dello spettroscopio viene posto un prisma di vetro flint ad elevato indice di rifrazione, con potere dispersivo adatto allo strumento. La luce da analizzare passa per un collimatore, contenente una fenditura regolabile mediante una vite; il collimatore è fissato sulla piattaforma. Le righe sono le immagini colorate della fenditura, disperse dal prisma. Il cannocchiale ha un obiettivo acromatico a lungo fuoco e un oculare spostabile a mano in modo telescopico. Il portascala è il terzo tubo, illuminato da una apposita lampada. Questo esemplare era concepito prevalentemente per uso scolastico. I tre tubi infatti sono fissi e il prisma può essere ruotato per una attenta regolazione e poi fissato alla piattaforma.
Funzionamento Dopo aver acceso la lampada esterna al portascala e aver acceso la lampada la cui luce deve essere esaminata, si accosta l'occhio all'oculare del cannocchiale, lo si regola per avere una visione nitida e poi si regola la fenditura ruotando l'apposita vite. Infine si esamina lo spettro della luce in esame, confrontandolo eventualmente con le tavole dove sono riportati gli spettri dei più comuni elementi. Le righe infatti sono le immagini colorate della fenditura, disperse dal prisma.
Cenni storiciI primi studi sulla luce emessa dai gas ad alta temperatura si attribuiscono a T. Melvill, il quale espose alla fiamma diverse sostanze, ne collimò con un foro la luce emessa e la inviò verso un prisma ottenendo sullo schermo zone con colori diversi separate da zone scure, diversamente dallo spettro continuo ottenuto nel 1666 da I. Newton. Ma la spettroscopia si diffonde dal 1802 con le prime osservazioni delle righe di assorbimento nello spettro solare, prodotto da un prisma, fatte con un cannocchiale acromatico da Wollaston. La sua storia prosegue con Fraunhofer che, tra il 1814 e il 1815, fece uno studio sistematico delle righe di assorbimento nello spettro solare. Nel 1827 G. Herschel osservò lo spettro di un sale metallico riscaldato su una fiamma. Nel 1855 G. R. Kirchhoff e R. W. E. Bunsen proseguirono negli studi, già intrapresi da molti altri, degli spettri degli elementi opportunamente riscaldati, realizzando lo spettroscopio che porta i loro nomi.
Bibliografia -
Eventuale iscrizione -
Inventori Gustav R. G. Kirchhoff (1824 - 1887) e Robert W. E. Bunsen (1811 - 1899)

Dati storici

Data di entrata 5/04/1882
Inventario Inventario 31/12/1995 (585)
Inventario 1/12/1984 (627/58)
Donato - comperato - provenienza Comprato

Dati relativi al restauro

Stato di conservazione Funzionante, non restaurato
Descrizione interventi effettuati -
Nome restauratore -
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica -

Dati relativi alla conservazione

Armadio A3
Ripiano R3
Scheda tecnica del produttore No
Collocazione Corridoio presidenza, primo piano

Sitografia

Link Descrizione
https://www.istitutomontani.edu.it/museovirtuale/spettroscopio_di205/ Descrizione, cenni storici, bibliografia



museiscientifici/piloalbertelli_roma/spettroscopio_a_un_prisma.txt · Ultima modifica: 2025/04/04 18:13 da fabio.panfili