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Indice
Spettroscopio a due prismi
Scheda rielaborata dal dott. Fabio Panfili.
Numero di Inventario | 847 |
Nome dello strumento | Spettroscopio a due prismi |
Dati scientifici
Epoca | 12/02/1915 |
Costruttore | F. Pellin, Paris |
Dimensioni (in mm.) | h 400 mm |
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) | Legno, ottone, acciaio, ghisa |
Descrizione | Lo spettroscopio è composto da tre cannocchiali e due prismi montati su una piattaforma metallica con colonna e base. È noto che un prisma di vetro scompone la luce, passata attraverso una fenditura, nei colori che la formano. In questo esemplare nel piattino al centro dello spettroscopio vi sono due prismi di vetro flint ad elevato indice di rifrazione, con potere dispersivo adatto allo strumento la luce dunque passa attraverso i due prismi in successione amplificando il processo dispersivo. La luce da analizzare passa per un collimatore, contenente una fenditura regolabile mediante una vite; il collimatore è fissato sulla piattaforma. Le righe sono le immagini colorate della fenditura, disperse dai due prismi. Il cannocchiale ha un obiettivo acromatico a lungo fuoco e un oculare spostabile a mano in modo telescopico. Il portascala è il terzo tubo, illuminato da una apposita lampada. |
Funzionamento | Dopo aver acceso la lampada esterna al portascala e aver acceso la lampada la cui luce deve essere esaminata, si accosta l'occhio all'oculare del cannocchiale, lo si regola per avere una visione nitida e poi si regola la fenditura ruotando l'apposita vite. Infine si esamina lo spettro della luce in esame, confrontandolo eventualmente con le tavole dove sono riportati gli spettri dei più comuni elementi. |
Cenni storici | I primi studi sulla luce emessa dai gas ad alta temperatura si attribuiscono a T. Melvill, il quale espose alla fiamma diverse sostanze, ne collimò con un foro la luce emessa e la inviò verso un prisma ottenendo sullo schermo zone con colori diversi separate da zone scure, diversamente dallo spettro continuo ottenuto nel 1666 da I. Newton. Ma la spettroscopia si diffonde dal 1802 con le prime osservazioni delle righe di assorbimento nello spettro solare, prodotto da un prisma, fatte con un cannocchiale acromatico da Wollaston. La sua storia prosegue con Fraunhofer che, tra il 1814 e il 1815, fece uno studio sistematico delle righe di assorbimento nello spettro solare. Nel 1827 G. Herschel osservò lo spettro di un sale metallico riscaldato su una fiamma. Nel 1855 G. R. Kirchhoff e R. W. E. Bunsen proseguirono negli studi, già intrapresi da molti altri, degli spettri degli elementi opportunamente riscaldati, realizzando lo spettroscopio che porta i loro nomi. |
Bibliografia | - |
Eventuale iscrizione | Ph. F. Pellin Paris |
Inventori dello spettroscopio ad un solo prisma | Gustav Robert Kirchhoff (1824-1887) e Robert Wilhelm Von Bunsen (1811-1899) nel 1859 circa. |
Dati storici
Data di entrata | - |
Inventario | Inventario del 31.12.1995 (649); inventario del 31/12/1995 (649) |
Vecchio inventario di Fisica | 1251/205 |
Donato - comperato - provenienza | - |
Dati relativi al restauro
Stato di conservazione | |
Descrizione interventi effettuati | - |
Nome restauratore | - |
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica | - |
Dati relativi alla conservazione
Armadio | A3 |
Ripiano | R3 |
Scheda tecnica del produttore | no |
Collocazione | Corridoio presidenza, primo piano |
Sitografia
Link | Descrizione |
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https://www.museoalbertellischola.it/wp-content/uploads/2023/05/Spettroscopio-Pellin.mp4?_=5 | Video del Liceo P. Albertelli |
https://www.phys.uniroma1.it/DipWeb/museo/visibile.html | Spettroscopi per lo studio della radiazione visibile, Museo di Fisica di Sapienza Università di Roma |
museiscientifici/piloalbertelli_roma/spettroscopio_a_due_prismi.txt · Ultima modifica: 2025/05/24 18:22 da fabio.panfili