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museiscientifici:piloalbertelli_roma:coherer_t.c.o

Coherer attribuito a Temistocle Calzecchi Onesti

Scheda elaborata e redatta dal dott. Fabio Panfili.

Coherer, foto di V. Panetta
Coherer, foto di V. Panetta
Coherer, foto di V. Panetta
Numero di Inventario -
Nome dello strumento Coherer prof. Temistocle Calzecchi Onesti

Dati scientifici

Epoca Primo Novecento
Costruttore Forse Temistocle Calzecchi Onesti
Dimensioni (in mm.)
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) metalli vari, porcellana, acciaio o altro metallo in polvere
Descrizione Questo coherer sembra sia stato realizzato da Temistocle Calzecchi Onesti durante la sua permanenza in questa Scuola. T. Calzecchi Onesti è stato uno dei pionieri nella sua invenzione (1884/85) avvenuta prima della scoperta delle onde elettromagnetiche da parte di Heinrich Hertz (1857-1894) nel 1886. Il Liceo fu fondato nel 1879 e nel 1881 fu denominato Umberto I, nome che conservò fino alla nascita della Repubblica Italiana. Da un documento rinvenuto e fotografato dal prof. Stefano Gianoglio, su indicazione della prof.ssa Federica Favino, si evince che T.C.O. insegnava in quella Scuola nel 1911. Il coherer essenzialmente è costituito da un tubetto di vetro, chiuso alle estremità, con due elettrodi (in questo caso terminanti a punta) fra i quali vi è della polvere di metallo. Uno dei due elettrodi (svitando la vite che lo blocca), può scorrere e la sua distanza dall'altro può essere regolata per ottenere un buon funzionamento, anche con la poca polvere interna che va ben distribuita fra i due elettrodi. Questi sono collegati verso l'esterno tramite due reofori. L'antenna serviva forse per aumentare la sua sensibilità alle onde elettromagnetiche.
Funzionamento Ancor oggi non esiste una teoria che ne spieghi il funzionamento. Il coherer presenta una resistenza elevata (decine o centinaia di kΩ, ma, non appena viene investito da onde elettromagnetiche, passa ad una bassa resistenza (decine o un centinaio di Ω) e conduce corrente fino a che non viene lievemente urtato e torna in non conduzione. Il primo a formulare una ipotesi sul funzionamento fu O. Lodge che introdusse l'idea di microfusioni fra i granuli di polvere, microfusioni che si rompevano per l'urto. Poi in tempi relativamente recenti si ricorse all'idea di micro-giunzioni dirette e inverse, ecc.., ma ulteriori indagini hanno mostrato la debolezza delle ipotesi. Comunque il coherer, portato ad un'alta efficienza da G. Marconi, fu usato nei primordi delle radio riceventi. Per fare una rapida prova di funzionamento è sufficiente disporre di un accendino piezoelettrico per ottenere una scarica elettrica, che produce onde elettromagnetiche, da avvicinare al coherer per metterlo in conduzione. Se non si dispone di un semplice ohmmetro per misurare la variazione della resistenza elettrica del coherer, o si vuole fare qualcosa di più attraente, si mettono in serie una pila, un led e il coherer. Non appena si fa scoccare la scintilla il led si accende e resta acceso sino a che non si urta lievemente il tubetto del coherer e il led si spegne. Per qualcosa di più sofisticato vedere all'indirizzo: https://lab2go.roma1.infn.it/doku.php?id=museiscientifici:piloalbertelli_roma:telegrafo_senza_fili_di_marconi
Coherer, Immagine di Lab2Go
Cenni storici Da un documento rinvenuto e fotografato dal prof. Stefano Gianoglio, su indicazione della prof.ssa Federica Favino, si evince che T. Calzecchi Onesti insegnava in quella Scuola nel 1911. Qui sopra riportiamo un particolare di una pagella dove appare sulla sinistra in basso la firma di T. Calzecchi Onesti. Egli insegnò dapprima all’Aquila, poi a Fermo al Liceo A. Caro dove scoprì il coherer, poi a Milano, dove insegnava il suo amico d’infanzia prof. Oreste Murani, e infine a Roma, prima di tornare a Monterubbiano.
Ringraziamenti Si ringraziano: il prof. Stefano Gianoglio per le preziose indicazioni e la foto della pagella; la prof.ssa Federica Favino, che ha suggerito a Gianoglio dove fare le ricerche, e il Sig. Vincenzo Panetta per le foto del coherer. Inoltre il sig. Vincenzo Panetta, la prof.ssa Astrik Gorghinian e il sig. Leopoldo Della Corte hanno eseguito una prova di funzionamento risultata positiva e hanno realizzato un video della prova.
Bibliografia -
Eventuale iscrizione -

Dati storici

Data di entrata Primo Novecento
Inventario
Vecchi numeri di inventario
Donato - comperato - provenienza

Dati relativi al restauro

Stato di conservazione Non funzionante, deteriorato, non restaurato
Descrizione interventi effettuati -
Nome restauratore -
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica -

Dati relativi alla conservazione

Armadio A2
Ripiano R2
Scheda tecnica del produttore -
Collocazione -

Sitografia

Link Descrizione
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museiscientifici/piloalbertelli_roma/coherer_t.c.o.txt · Ultima modifica: 2025/03/21 18:50 da fabio.panfili