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Anello di Pacinotti

Anello di Pacinotti, Immagine di Lab2Go

Si tratta di uno strumento che trasforma il lavoro meccanico in energia elettrica sotto forma di corrente continua.

Anello Pacinotti

Numero di Inventario 669
Nome dello strumento Anello di Pacinotti

Dati scientifici

Epoca
Costruttore -
Dimensioni (in mm.) altezza (h) 350 mm, larghezza (p) 245 mm, lunghezza 450 mm
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) legno, rame isolato, ferro dolce, altri metalli, materiali isolanti
Descrizione La macchina trasforma parte dell'energia meccanica di rotazione in energia elettrica. Questo esemplare, che poggia su una base di legno, ha 12 bobine di rame isolato collegate in serie e poste su un nucleo ad anello, fatto di lamine di ferro dolce concentriche, per limitare le correnti di Foucault. Il nucleo è sostenuto da 4 raggi robusti e forma il rotore (indotto) sorretto da una colonna di metallo. Al centro del rotore è fissata una manovella per eseguire la rotazione. Descriviamo lo statore (induttore). Su una piattaforma di metallo, ai bordi della ruota, vi sono due colonne di ferro dolce che terminano ognuna con un arco che sfiora il rotore. Intorno alle due colonne sono avvolte due bobine di rame isolato (elettromagneti); queste servono per generare il campo magnetico che si induce sulle dodici bobine. Ognuna di queste bobine, oltre ad essere in serie con le altre, ha gli estremi collegati con due placchette del collettore, tipico delle macchine in corrente unidirezionale, come le dinamo derivate da questa macchina. Il collettore è un tamburo di materiale isolante su cui sono fissate placchette di rame isolate fra loro e parallele; ed è sullo stesso asse della ruota, dalla parte opposta della manovella. Sul collettore strisciano due lamine metalliche (le due spazzole), poste lungo il suo diametro, da cui si preleva la corrente generata. Anche le due spazzole sono sostenute da colonnine di metallo. Nella foto di questo esemplare non si vedono i collegamenti fra le spazzole e le bobine dello statore che servono a produrre il campo magnetico. Si vedono solo due collegamenti alla base delle bobine, e vi sono strani pezzetti di filo di rame: uno sulla base di legno e l'altro sul nucleo del rotore in basso.
Funzionamento Questa versione con le due elettrocalamite, diversamente da quella con i magneti permanenti, ha un transitorio iniziale. Posto in rotazione l’anello, un piccolo magnetismo residuo esistente nel ferro del circuito magnetico statorico consente di generare negli avvolgimenti dell'anello una corrente indotta che viene prelevata dalle spazzole e inviata sia alle elettrocalamite sia al circuito utilizzatore. La debole corrente iniziale circolante nelle elettrocalamite rafforza il campo magnetico e di conseguenza la f.e.m. indotta; la corrente aumenta così come il campo magnetico. A regime la corrente prodotta serve sia per sostenere il campo magnetico, sia per alimentare il circuito esterno di utilizzazione. L’insieme delle bobine determina una sequenza di tensioni pulsanti che sono sfasate dello stesso angolo. Questa macchina è reversibile, nel senso che, se invece di prelevare corrente dalle spazzole, queste si collegano ad un generatore di corrente continua, la macchina inizia a ruotare e diventa un motore. Infatti, se si fornisce corrente continua alle dodici bobine, si magnetizza il nucleo di ferro su cui è avvolto il suo circuito. Le azioni attrattive e repulsive che si determinano tra i poli del rotore e quelli dello statore fanno nascere una coppia motrice che fa ruotare il rotore fornendo così energia meccanica.
Cenni storici L'anello appare per la prima volta come parte di una macchina ideata nel 1858 e realizzata nel 1860 da Antonio Pacinotti (1848 - 1912), macchina considerata il primo generatore di corrente continua mediante induzione (dinamo). Nel 1863 Pacinotti pubblicò sulla rivista “Il nuovo cimento” un articolo in cui descriveva la sua “Macchinetta magneto-elettrica”. Ma Pacinotti non la brevettò, anzi, pare che la descrisse a Z. T. Gramme. La macchina fu poi perfezionata da Gramme nel 1869 che la brevettò, cosicché inizialmente nelle pubblicazioni si chiamava macchina di Gramme. Poi la dinamo da essa derivata fu perfezionata continuamente da altri, via via fino ai giorni nostri.
Bibliografia -
Eventuale iscrizione -
Inventore Antonio Pacinotti (1841-1912)

Dati storici

Data di entrata -
Inventario Inventario 31/12/1995
Vecchi numeri di inventario 739
Donato - comperato - provenienza -

Dati relativi al restauro

Stato di conservazione -
Descrizione interventi effettuati -
Nome restauratore -
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica -

Dati relativi alla conservazione

Armadio 2
Ripiano B
Scheda tecnica del produttore No
Collocazione Corridoio presidenza, primo piano

Sitografia

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