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museiscientifici:piloalbertelli_roma:acromatismo_a_due_prismi_su_base

Apparecchio a due prismi per l'acromatismo

Acromatismo a due prismi, Immagine di Lab2Go

Due prismi per l'acromatismo

Numero di Inventario 778
Nome dello strumento Acromatismo di prismi su base

Dati scientifici

Epoca
Costruttore
Dimensioni (in cm.) 10 x 10 x 33
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) Vetri flint e crown, ottone, altro
Descrizione Lo strumento è formato da un sostegno cilindrico in ottone poggiato su una base. Il sostegno termina con un altro che serve a regolarne l'angolo. I due prismi, uno di vetro crown e uno di vetro flint, possono ruotare in modo da poter mettere una loro superficie a contatto con l'altra. I due prismi isosceli hanno angoli al vertice diversi. Quello con angolo al vertice più acuto è di vetro flint, l'altro è di vetro crown.
Funzionamento Se si sceglie un prisma di vetro flint con angolo di rifrangenza opportunamente ridotto in modo da produrre uno spettro di colori della stessa ampiezza di quello ottenuto utilizzando un prisma di vetro crown, e i due prismi si pongono in maniera tale da produrre effetti opposti, le dispersioni si compensano ma non le deviazioni. La luce bianca incidente viene ricomposta, seppur parzialmente, in uscita e subisce una deviazione uguale alla differenza delle deviazioni dei singoli prismi. I vetri flint hanno un alto indice n di dispersione che aumenta, entro certi limiti, all'aumentare della frequenza della luce; ad esempio il flint al bario va da 1,596 a 1,629. I vetri crown hanno indice minore; ad esempio il crown borato ha un indice che va da 1,504 a 1,523.
Cenni storici Isaac Newton nel suo Optiks (1704) sosteneva che la rifrangenza fosse proporzionale alla dispersione, pertanto secondo lui l`aberrazione cromatica delle lenti non era eliminabile, e dunque nella costruzione dei telescopi ricorse agli specchi parabolici. Ma nel 1757 J. Dollond, un ottico inglese, accoppiando una lente concava-convessa di flint e una biconvessa di crown, ottenne un sistema abbastanza acromatico, mostrando che la rifrangenza e la dispersione sono legate da relazioni molto complesse. Questo permise la costruzione di cannocchiali e telescopi con sistemi multipli di lenti e, non meno importante, la realizzazione di buoni obiettivi per le macchine fotografiche.
Bibliografia V. Ronchi, Storia della Luce, Laterza, Bari 1983. E. Perucca, Fisica generale e sperimentale, Vol. II, UTET, Torino 1934.
Eventuale iscrizione -
Inventore John Dollond (1706 - 1761)

Dati storici

Data di entrata 05/04/1892
Inventari Inventario del 31/12/95(n.580), Vecchio inventario di fisica (n.621), Inventario del 01/12/1984 (n.52)
Vecchi numeri di inventario 580,621,52
Donato - comperato - provenienza comperato

Dati relativi al restauro

Stato di conservazione Ottimo
Descrizione interventi effettuati -
Nome restauratore -
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica -

Dati relativi alla conservazione

Armadio 1
Ripiano B
Scheda tecnica del produttore No
Collocazione Corridoio presidenza, primo piano

Sitografia

Link Descrizione
Apparecchio a due prismi per l'acromatismo Museo Virtuale G. e M. Montani



museiscientifici/piloalbertelli_roma/acromatismo_a_due_prismi_su_base.txt · Ultima modifica: 2024/09/30 23:45 da fabio.panfili