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museiscientifici:isacconewton_roma:apparecchiatura_per_le_azioni_elettrodinamiche

Apparecchiature per le azioni elettrodinamiche

Elettrodinamometro o galvanometro elettrodinamico

Elettrodinamometro o galvanometro elettrodinamico

Numero di Inventario 0041
Nome dello strumento Apparecchiatura per le azioni elettrodinamiche

Dati scientifici

Epoca Dopo il 1992
Costruttore Paravia
Dimensioni (in mm.) 185 mm x 455 mm x 165 mm
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) Base forse di truciolato rivestito, plexiglas, rame, metalli vari.
Descrizione Il complesso comprende uno speciale stativo ed una serie di elementi accessori, mediante i quali vengono realizzati i montaggi previsti per le varie prove. La configurazione nella foto è di un galvanometro elettrodinamico con due bobine percorse da inserire in serie e alimentate dalla stessa corrente If. Tra di esse vi è la bobina mobile percorsa dalla corrente da misurare Im. Sullo stesso asse sul quale ruota la bobina mobile vi è l'ago indicatore che in basso porta i due pesi che generano la coppia antagonista alla coppia dovuta alle interazioni fra i campi magnetici delle bobine fisse e mobile. In alto vi è la scala senza numeri, adatta per una visione sia anteriore che posteriore utile pe la didattica.
Funzionamento In base ai montaggi degli elementi accessori forniti insieme alla struttura stativa, è possibile effettuare varie prove. La configurazione della foto deriva dal galvanometro magnetoelettrico, dove, al posto del magnete permanente, vi sono le due bobine fisse. Quando le tre bobine sono percorse dalle correnti di cui sopra, si genera una coppia Cm= k If Im, dove k dipende dalla forma, dalle dimensioni e dalla posizione delle bobine. Il vantaggio di questo galvanometro è che può funzionare sia in corrente continua sia in corrente alternata. In quest'ultimo caso, se lo sfasamento fra le due correnti è θ, allora la formula della coppia è: Cm= k If Im cos θ. Inoltre si devono prendere i valori efficaci delle correnti, ricordando che il valore efficace è il valore massimo diviso per la radice di 2: Ieff = $\frac{I_m}{\sqrt{2}}$.
Bibliografia Per una spiegazione generale del tutto esauriente si consiglia: L. Olivieri ed E. Ravelli, Elettrotecnica Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, da pag. 111 a pag. 114.-
Eventuale iscrizione -
Inventore -

Dati storici

Data di entrata Dopo il 1992
Inventario -
Vecchi numeri di inventario -
Donato - comperato - provenienza Comperato

Dati relativi al restauro

Stato di conservazione Buono
Descrizione interventi effettuati -
Nome restauratore -

Dati relativi alla conservazione

Armadio B1
Ripiano 1
Scheda tecnica del produttore SI
Collocazione Laboratorio di fisica

Sitografia

Pendolo di Waltenhofen

Pendolo di Waltenhofen

Numero di Inventario 0041
Nome dello strumento Apparecchiatura per le azioni elettrodinamiche

Dati scientifici

Epoca Dopo il 1992
Costruttore Paravia
Dimensioni (in mm.) -
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) Base forse di truciolato rivestito, rame isolato, metalli vari.
Descrizione Su una base vi sono due elettromagneti i cui nuclei si prolungano in alto in due espansioni polari. Il telaio di acciaio in alto porta un pendolo composto. All'estremità dell'asta del pendolo può essere fissato uno dei quattro elementi conduttori del corredo; due di conduttore pieno, due presentano i caratteristici tagli. L'estremità dell'asta può oscillare tra le due espansioni polari. Sulla base si trovano i due morsetti per alimentare i due elettromagneti.
Funzionamento In assenza di corrente il pendolo con all'estremità dell'asta un elemento conduttore pieno oscilla per molto tempo (rallenta solo a causa dell'attrito) mentre, in presenza di corrente negli elettromagneti, esso si ferma molto rapidamente a causa delle correnti parassite nel conduttore. Infatti questo si muove in un campo magnetico non uniforme e si generano, per induzione elettromagnetica, delle correnti elettriche. Queste, per la legge di Lenz (basata sul principio di conservazione dell’energia), generano forze che tendono a contrastare le forze che muovono il conduttore, producendo un effetto frenante. Nel caso del pendolo di Waltenhofen, l’energia potenziale gravitazionale iniziale, che possiede il pendolo quando viene allontanato dalla sua posizione di riposo, si trasforma in definitiva in energia termica per l’effetto Joule delle correnti elettriche indotte durante l’oscillazione. Se nel pendolo di Waltenhofen si sostituisce al conduttore compatto un conduttore che presenta fenditure come i denti di un pettine, il suo moto dura molto più a lungo poiché le correnti di Foucault indotte sono molto più piccole e in parte si neutralizzano a vicenda essendo contigue e reciprocamente opposte.
Eventuale iscrizione -
Inventore Adalbert C. von Waltenhofen 1828 – 1914

Dati storici

Data di entrata Dopo il 1992
Inventario -
Vecchi numeri di inventario -
Donato - comperato - provenienza Comperato

Dati relativi al restauro

Stato di conservazione Buono
Descrizione interventi effettuati -
Nome restauratore -
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica Questi apparecchi possono essere considerati integrativi di altri, come ad es. il banco di Ampère, poiché consentono di approfondire lo studio dell’elettromagnetismo ed in particolare le forze pondero motrici, che agiscono su conduttori mobili in campi magnetici e fra conduttori percorsi da corrente, nonché dimostrare il principio di funzionamento degli strumenti di misura.

Dati relativi alla conservazione

Armadio B1
Ripiano 1
Scheda tecnica del produttore SI
Collocazione Laboratorio di fisica

Sitografia

Link Descrizione
https://www.istitutomontani.edu.it/museovirtuale/pendolo_di249/ Funzionamento e cenni storici



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