Pila di Volta

Scheda integrata e rielaborata dal dott. Fabio Panfili.

Pila di Volta, Immagine di Lab2Go

Numero di Inventario	-
Nome dello strumento	Pila di volta

Epoca
Costruttore
Dimensioni (in mm.)	100 x 100 x 220
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.)	Rame, feltro, zinco, altri metalli
Descrizione	Il termine “pila” deriva dalla colonna formata da celle sovrapposte di un disco di rame con sopra uno di zinco e un disco di feltro imbevuto di acido solforico. Gli estremi sono collegati ai due morsetti di metallo. A. Volta non usava acido solforico ma «acqua semplice o meglio salata» come scrive nella lettera indirizzata a Sir J. Banks da Como nel milanese, 20 marzo 1800.
Funzionamento	Collegando i due morsetti ad un opportuno carico, ad esempio una lampadina, si ottiene una circolazione di corrente continua dovuta a delle reazioni chimiche, che avvengono sulle superfici dei metalli a contatto con il feltro imbevuto: esse creano e alimentano un moto cariche elettriche fra gli elementi. Si fa osservare che dopo breve tempo la pila si polarizza per effetto dell`idrogeno che si produce al catodo (il rame) ricoprendo la sua superficie e impedendo il normale decorrere delle reazioni chimiche.
Cenni storici	All'indirizzo: https://www.istitutomontani.edu.it/museovirtuale/due_pile18/ si trova qualche cenno storico sulla pila.
Bibliografia	-
Eventuale iscrizione	-
Inventore	Alessandro Volta

Data di entrata	-
Inventario	-
Vecchi numeri di inventario	4611-227
Donato - comperato - provenienza	-

Stato di conservazione	Buono
Descrizione interventi effettuati	Nessun intervento
Nome restauratore	-
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica	-

Armadio	10
Ripiano	B
Scheda tecnica del produttore	No
Collocazione	Corridoio del primo piano del Liceo Classico Giulio Cesare

Link	Descrizione
https://fisicaperlascuola.wordpress.com/2017/03/03/pila-di-volta-2/	Descrizione e realizzazione
https://it.wikipedia.org/wiki/Pila_di_Volta