museiscientifici:giuliocesare_roma:generatore_van_der_graaff
Indice
Generatore Van de Graaff, Leybold
Dati scientifici
Epoca | 1960 |
Costruttore | Leybold |
Dimensioni (in cm.) | Base: 25,3 Profondità: 40,3 Altezza: 67 |
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) | metalli vari, gomma naturale, plexiglass. |
Descrizione | È un generatore elettrostatico che permette di ottenere tensioni elevate dell'ordine di 50 - 100 kV e oltre, accumulando una quantità di cariche elettrostatiche dell'ordine di qualche milionesimo di C. La corrente elettrica prodotta è dell'ordine di qualche micro ampere. Ciò è dovuto alla piccola capacità della sfera che è proporzionale al suo raggio. Un supporto di plexiglas, poggiato sulla base di metallo, porta in alto una sfera metallica cava; vicino al supporto scorre una cinghia di gomma naturale montata su due rulli, uno all'interno della sfera e uno alla base. Quest'ultimo è meccanicamente collegato ad un motore elettrico che lo fa ruotare. Tre pettini metallici sono collocati di fronte ai due rulli e sfiorano la cinghia; uno, “c” nella figura 2, è collegato alla sfera metallica, un altro “b” a terra a sinistra, per scaricare la cinghia in discesa e il terzo “a” a destra per caricare la cinghia in salita, sempre collegato a terra. I due pettini in basso si vedono anche nelle due foto. La figura 2 è tratta dalle Istruzioni 541 69a della E. Leybold's Nachfolger. |
Funzionamento | Per un buon funzionamento del generatore è bene che l'ambiente sia secco (o poco umido) e prima di iniziare bisogna allontanare ogni oggetto. Poi si alimenta il motore che fa girare il rullo vicino alla base, mettendo in moto la cinghia. Il prelievo delle cariche avviene sia per strofinio (effetto triboelettrico) sia per il potere delle punte, poichè i pettini terminano con lame. Generalmente la gomma naturale preleva elettroni dal primo pettine “a” collegato a terra; pertanto la cinghia sale con un eccesso di cariche negative che vengono prelevate dal pettine “c” in alto, collegato internamente alla sfera che si carica esternamente di segno negativo. La carica accumulata in questo modo determina, intorno alla sfera, un campo elettrico che può arrivare a ionizzare l’aria circostante, producendo scariche verso altri conduttori presenti in prossimità. Il terzo pettine “b”, posto in basso a sfiorare la cinghia discendente, provvede a scaricarla rendendola neutra in modo tale che il processo possa continuare, permettendo così l'accumulo di cariche sulla sfera, fino a che si raggiunge una tale intensità del campo elettrico da ionizzare l'aria. Questo generatore è adatto per eseguire molti esperimenti di elettrostatica. |
Bibliografia | - |
Eventuale iscrizione | - |
Inventore | Robert Jemison van de Graaff (1901-1967) nel 1929 |
Dati storici
Data di entrata | - |
Inventario | - |
Vecchi numeri di inventario | generatore: 176; motore: 177 e generatore: 271; motore: 272 |
Donato - comperato - provenienza | - |
Dati relativi al restauro
Stato di conservazione | Funzionante |
Descrizione interventi effettuati | - |
Nome restauratore | Dipartimento di Fisica dell'Università “La Sapienza” di Roma |
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica | - |
Dati relativi alla conservazione
Armadio | 9 |
Ripiano | A |
Scheda tecnica del produttore | No |
Collocazione | Corridoio del primo piano del Liceo Classico Giulio Cesare |
Sitografia
Link | Descrizione |
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Generatore Van Der Graaff | Descrizione e funzionamento |
Generatore di Van de Graaff | Wikipedia |
museiscientifici/giuliocesare_roma/generatore_van_der_graaff.txt · Ultima modifica: 2024/12/10 00:46 da fabio.panfili