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museiscientifici:giuliocesare_roma:elettroforo_di_volta

Elettroforo di Volta

Elettroforo di Volta, Immagine di Lab2Go

Descrizione

L'elettroforo di Volta è la più semplice macchina elettrostatica ad induzione e tra le più antiche. Alessandro Volta ne comunicò l'invenzione nel 1775 a J. Priestley. Esso era composto da un disco di metallo munito di manico isolante e da una schiacciata di resina isolante a forma di disco messa su un base cilindrica di legno.

Elettroforo di Volta

Numero di Inventario -
Nome dello strumento Elettroforo di Volta (o perpetuo)

Dati scientifici

Epoca
Costruttore ignoto
Dimensioni (in mm.) Base:diametro: 490 mm; spessore: 55 mm; disco: diametro: 390 mm; spessore:15 mm; manico: lunghezza: 290 mm.
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) miscuglio di resine in un piatto di ferro, e da un disco metallico dotato di manico di ebanite.
Descrizione Il mastice di Palmieri, (miscuglio di resine) è contenuto in un piatto di ferro; il disco di metallo con manico di ebanite presenta un orlo torico sporgente.
Funzionamento L'esperimento va fatto possibilmente in un ambiente secco. Si carica negativamente lo strato di resina strofinandolo o battendolo con un panno di lana o di pelle di gatto, poi si pone il disco a contatto con esso. Per induzione la faccia inferiore del disco si carica positivamente, mentre su quella superiore si portano le cariche negative. Allora, con un conduttore apposito, si mette a terra la parte superiore del disco e le cariche negative si scaricano a terra; il disco resta carico positivamente. Identica cosa si può fare semplicemente toccando quella parte con un dito della mano. Quando il disco è carico positivamente, se si avvicina ad esso il conduttore (o il dito della mano) scocca una piccola scintilla. Ora, se si posa di nuovo il disco sulla resina, senza averla ricaricata, e si ripete il procedimento, si ottiene di nuovo la scintilla finale. Questo comportamento suscita non poca meraviglia, poiché si ottiene il disco carico senza aver caricato la resina. Invece di visualizzare la presenza delle cariche sul disco con la scintilla, si può usare un elettroscopio.
Bibliografia Apparecchi per l'insegnamento della Fisica a cura del Prof. R. Magini, Officine Galileo, 1940. N 1041, pag. 247.
Eventuale iscrizione Officine Galileo N.186823
Inventore Alessandro Volta 1775

Dati storici

Data di entrata -
Inventario -
Vecchi numeri di inventario 0288
Donato - comperato - provenienza -

Dati relativi al restauro

Stato di conservazione Buono
Descrizione interventi effettuati -
Nome restauratore -
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica Evidenzia il fatto che nel conduttore si verifichi induzione elettrostatica e non un passaggio per contatto di carica tra schiacciata e scudo.

Dati relativi alla conservazione

Armadio 10
Ripiano B
Scheda tecnica del produttore Officine Galileo
Collocazione Corridoio del primo piano del Liceo Classico Giulio Cesare

Sitografia

Link Descrizione
https://www.istitutomontani.edu.it/museovirtuale/elettroforo_di83/ Museo MITI
Elettroforo perpetuo Wikipedia, l'enciclopedia libera.
https://web.uniroma1.it/museofisica/accessori Dipartimento di Fisica Università La Sapienza di Roma (Teatro fisico della Sapienza di Roma - M. Grazia Ianniello)
L'elettroforo di Volta: l'accumulo di carica elettrica WeSchool

museiscientifici/giuliocesare_roma/elettroforo_di_volta.txt · Ultima modifica: 2024/11/15 10:18 da 127.0.0.1