museiscientifici:giuliocesare_roma:apparecchio_per_le_correnti_indotte
Indice
Apparecchio per le correnti indotte
Numero di Inventario | - |
Nome dello strumento | Apparecchio per le correnti indotte |
Dati scientifici
Epoca | |
Costruttore | Officine Galileo N° 180428 |
Dimensioni (in mm.) | Base 100, superiore 65/rocchetto 52/ altezza 260 |
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) | metalli vari, celluloide, legno, filo di rame isolato, plastica |
Descrizione | L'Apparecchio per le correnti indotte è formato da due bobine e un nucleo ferromagnetico. La bobina esterna è fatta di numerose spire di filo sottile di rame isolato con seta, avvolte su legno, spire che fanno capo a due morsetti. Essa funge da secondario (protetto esternamente da un foglio di celluloide). La bobina, che si può inserire all'interno della precedente, ha poche spire di filo di rame isolato di sezione maggiore collegate a due morsetti. Esso è il primario. In questo può essere introdotto un nucleo cilindrico ferromagnetico (anticamente si usava ferro dolce). |
Funzionamento | Il primario, alimentato da una pila (anticamente si usava la pila Grenet), viene estratto rapidamente dal secondario. In questo, collegato ad un galvanometro, si genera una corrente indotta segnalata dalla deviazione dell`ago. Il verso della corrente indotta si inverte se il primario viene inserito, sempre rapidamente, e l'ago del galvanometro si muove in senso opposto. Si ottiene un risultato simile, ma di maggiore intensità, con il cilindro ferromagnetico presente nel primario. Inoltre si ha corrente indotta nel secondario anche estraendo o inserendo il cilindro feromagnetico nel primario. L`effetto ottenuto dipende in ogni caso dalla rapidità del movimento. Volendo si può sostituire il primario con un magnete cilindrico: se il magnete viene mosso in qualunque modo, purché abbastanza rapidamente, si ottiene corrente indotta nel secondario. Si ha corrente indotta nel secondario anche interrompendo la corrente nel primario, ma in questo caso l`inerzia del galvanometro non sempre permette di osservare l`effetto della variazione di corrente. Oggi con un oscilloscopio la cosa è più facile da fare. Quanto si è detto fu descritto minuziosamente da M. Faraday nel 1831 mentre faceva questi esperimenti. L`apparecchio si può usare anche come trasformatore, alimentando opportunamente uno dei due rocchetti in corrente alternata e misurando gli effetti sull`altro. In questo caso si abbia l`accortezza che la bobina piccola sia inserita nella più grande e che la tensione di alimentazione sia tale da evitare correnti nocive all'apparecchio, e si osservi che ciascuna bobina può divenire o primario o secondario a piacere. |
Bibliografia | - |
Eventuale iscrizione | - |
Inventore | Michael Faraday |
Dati storici
Data di entrata | - |
Inventario | - |
Vecchi numeri di inventario | 193,197,4582 |
Donato - comperato - provenienza | - |
Dati relativi al restauro
Stato di conservazione | Buono |
Descrizione interventi effettuati | - |
Nome restauratore | - |
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica | - |
Dati relativi alla conservazione
Armadio | 6 |
Ripiano | B |
Scheda tecnica del produttore | No |
Collocazione | Corridoio del primo piano del Liceo Classico Giulio Cesare |
Sitografia
Link | Descrizione |
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https://www.istitutomontani.edu.it/museovirtuale/dispositivo_per70/ | Dispositivo per mostrare l'induzione elettromagnetica Officine Galileo di Firenze N° 99705 |
museiscientifici/giuliocesare_roma/apparecchio_per_le_correnti_indotte.txt · Ultima modifica: 2024/09/20 17:45 da fabio.panfili