museiscientifici:ennioquirinovisconti_roma:spettroscopio
Indice
Spettroscopio
Dati scientifici
Epoca | fine XIX secolo |
Costruttore | - |
Dimensioni (in mm.) | larghezza massima 400 e altezza massima 350 |
Materiali (legno, metallo, vetro, plastica, gomma, ecc.) | ottone, vetro, acciaio |
Descrizione e funzionamento | Lo spettroscopio se appartenente, come sembra dai dati, ad Angelo Secchi costituisce un esemplare prezioso. Poiché A. Secchi (1818-1878) è stato un famoso astronomo e geodeta. Esso è montato su di una colonnina regolabile in altezza con treppiede. La luce da analizzare, proveniente dalla sorgente scelta, entra in un tubo attraverso una fenditura regolabile in larghezza; in fondo al tubo c'è un sistema di lenti che proietta la luce collimata su un prisma di vetro ad elevato indice di rifrazione, con forte potere dispersivo. L'oculare, montato su un cannocchiale è anch'esso fornito di un sistema di lenti. Il sistema è fatto in modo da poter regolare l'angolo fra il cannocchiale dell'oculare e il tubo del collimatore in modo da permettere di esplorare l'intero spettro luminoso. |
Cenni storici | I primi studi sulla luce emessa dai gas ad alta temperatura si attribuiscono a T. Melvill, il quale espose alla fiamma diverse sostanze, ne collimò con un foro la luce emessa e la inviò verso un prisma ottenendo sullo schermo zone con colori diversi separate da zone scure, diversamente dallo spettro continuo ottenuto nel 1666 da I. Newton. Ma la spettroscopia si diffonde dal 1802 con le prime osservazioni delle righe di assorbimento nello spettro solare, prodotto da un prisma, fatte con un cannocchiale acromatico da Wollaston. La sua storia prosegue con Fraunhofer che, tra il 1814 e il 1815, fece uno studio sistematico delle righe di assorbimento nello spettro solare. Nel 1827 G. Herschel osservò lo spettro di un sale metallico riscaldato su una fiamma. Nel 1855 G.R. Kirchhoff e R.W. Bunsen proseguirono negli studi, già intrapresi da molti altri, degli spettri degli elementi opportunamente riscaldati, realizzando lo spettroscopio che porta i loro nomi. Lo spettroscopio ha una grande importanza nella storia della fisica e della chimica, non solo per la sua potenza di indagine nella scoperta o nella determinazione degli elementi, tramite il riconoscimento o meno delle righe presenti negli spettri di emissione o di assorbimento, ma anche perché ha permesso di mostrare che gli stessi elementi sono presenti nel sole e nelle stelle lontane. Ancor più importanti sono stati gli studi delle righe spettrali che hanno portato, attraverso percorsi tortuosi, ai modelli sulla costituzione dell’atomo. Lo spettro di emissione è continuo quando sono presenti senza discontinuità tutte le lunghezze d`onda; appare invece a righe quando è formato da radiazioni di particolari frequenze. Lo spettro solare è solcato da righe scure (linee di Fraunhofer) che costituiscono lo spettro di assorbimento dei gas più freddi che circondano il sole. In molti testi sono rinvrnibili gli spettri discreti dell`idrogeno, dell`elio, del mercurio, ecc.. Questi studi iniziarono nel 1885 con J.J. Balmer (che interpretò le misure delle lunghezze d’onda dello spettro dell’idrogeno eseguite nel 1835 da E. Hagenbach), per proseguire con J. R. Rydberg, nel 1896 con P. Zeeman e nel 1908 con W. Ritz e F. Paschen, per citarne alcuni, e costituirono i fondamenti della teoria di N. Bohr sull’atomo di idrogeno. Ogni elemento ha i suoi inconfondibili colori. Il trovare le stesse righe nella luce proveniente da una stella lontana ci permette di dire che l’Universo conosciuto è fatto degli stessi atomi di cui è fatta la Terra. Osservando righe non ancora conosciute Bunsen isolò nel 1860 il cesio e il rubidio, Crookes scoprì il tallio nel 1861, Reich e Richter l’indio nel 1863, Lecocq il gallio, Ramsey e Rayleigh nel 1894 l’argon e l’elio. Molti altri si dedicarono alle osservazioni degli elementi nel sole e nelle stelle. Tra questi sono da ricordare Secchi e Donati che riconobbero negli spettri delle stelle l’esistenza di molti elementi noti. |
Bibliografia | A. Funaro e R. Pitoni, Corso di Fisica e Chimica, R. Giusti, Livorno 1907-1909. E. Perucca, Guida pratica per esperienze didattiche di fisica elementare, Zanichelli, Bologna 1937. “Notizie per i laboratori scientifici e industriali” a cura delle Officine Galileo-Firenze, n°65-66 del marzo-maggio 1932. B. Dessau, Manuale di Fisica, vol. II, S.E.L., Milano. 1928. A. Battelli e G. Cardani, Trattato di Fisica sperimentale, vol. II, Vallardi, Milano 1913. Orlandi A., Russell W. (a cura di)- Collezione strumenti di fisica - Liceo “E. Q. Visconti” di Roma, Catalogo degli strumenti di fisica, Roma 1994 |
Eventuale iscrizione | - |
Inventore | - |
Dati storici
Data di entrata | 1870 |
Inventario | 32 |
Vecchi numeri di inventario | - |
Donato - comperato - provenienza | collezione di P.A. Secchi |
Dati relativi al restauro
Stato di conservazione | Ottimo |
Descrizione interventi effettuati | - |
Nome restauratore | - |
Osservazioni - Utilizzazione per la didattica | - |
Dati relativi alla conservazione
Armadio | vetrina a destra della porta |
Ripiano | primo |
Scheda tecnica del produttore | No |
Collocazione | Wunder Museaum |
Sitografia
Link | Descrizione |
---|---|
https://www.istitutomontani.edu.it/museovirtuale/spettroscopio_di205/ | Museo MITI |
Spettroscopio | Descrizione |
museiscientifici/ennioquirinovisconti_roma/spettroscopio.txt · Ultima modifica: 2024/07/10 22:25 da fabio.panfili