Indice
Tubo di Plücker
Descrizione
I tubi detti “di Plücker” devono il loro nome al fisico e matematico tedesco Julius Plücker (1801 – 1868) che li usò per studiare gli effetti luminosi delle scariche elettriche in diversi gas rarefatti nell’ambito delle sue osservazioni spettroscopiche fra il 1858 e il 1862. I tubi del tipo proposto da Plücker furono costruiti dall'allora soffiatore di vetro Heinrich Geissler (1815 – 1879) a partire dalla metà degli anni Cinquanta del XIX secolo. Nel 1868 l'università di Bonn diede a Geissler il titolo di dottore onorario.
I tubi sono costituiti ognuno da due ampolle di forma allungata collegate tra loro da un tubo di sezione minore. All’interno delle ampolle, a ciascuna estremità dei tubi, c'è un elettrodo di platino. I tubi sono inseriti verticalmente in un telaio in legno, gli elettrodi superiori sono collegati tra loro, quelli inferiori terminano ciascuno con uno spinotto accessibile posteriormente.
Al singolo tubo si applica un potenziale di oltre 2 kV mediante un rocchetto o un trasformatore o una macchina elettrostatica. Il passaggio della scarica elettrica produce una concentrazione della “colonna positiva” nella parte più stretta del tubo che va messa davanti al collimatore dello spettroscopio a circa un centimetro di distanza.
I tubi di Plücker e i tubi di Geissler differiscono sostanzialmente per il fatto che nei primi il gas contenuto è puro, mentre nei secondi ci sono miscugli di gas e ciò ha fatto preferire i primi per l’indagine spettroscopica.
Ogni tubo contiene un gas diverso, a bassa pressione (130 Pa circa), e su ognuno di essi sono incollate etichette recanti delle annotazioni che precisano i gas contenuti: 1) Mercurio “Hg” (fioca luce blu e un'intensa emissione ultravioletta), 2) Potassio “K”, 3) Sodio “Na” (emissione giallastra), 4) Litio “Li”, 5) Bario “Ba”.
Esperienze
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Sitografia
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Tubi di Plücker | Descrizione dal sito www.percorsielettrici.it |