Indice
CHI SIAMO?
Liceo Scientifico "Tullio Levi Civita" | Via Torre Annunziata, 11/13 |
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© Google Earth |
Il Liceo Scientifico “Tullio Levi Civita” sorge nel quartiere Prenestino, a ridosso della nuova fermata della Metro C “Teano”, accanto alla sede del V Municipio.
Quella che oggi è la sede del Liceo, negli anni ’70 era il deposito del Teatro dell’Opera. Tracce di questa origine sono tutt’ora leggibili nella particolare struttura dell’edificio stesso.
Il primo febbraio del 1978 è stata trasformata in scuola con il nome di: “Trentesimo Liceo via Aquilonia”, unico Liceo Scientifico dell’allora VI Municipio. Tra gli anni ‘80 e ‘82 si decise di intitolare la scuola al grande matematico “Tullio Levi Civita” (1873-1941).
Il Liceo, da sempre impegnato in molti progetti di tipo letterario, matematico, artistico, culturale, sportivo e musicale, ha ottenuto un gran numero di premi e riconoscimenti, diventando un importante polo di riferimento per il territorio.
DOVE CI TROVIAMO?
Via Torre Annunziata 11/13
00177 Roma - Distretto XIV
Tel. 06121122455 - 06121122456
rmps450002@istruzione.it
DI COSA E' DOTATO IL NOSTRO LABORATORIO?
Microscopi | Q.tà | Ulteriori dettagli |
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Microscopio monoculare | 5 | - |
Microscopio binoculare | 2 | di cui 1 con ripresa digitale |
Stereoscopio | 2 | di cui 1 con ripresa digitale |
Altri strumenti |
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2 computer |
LIM |
Beute |
Vetrini porta e copri oggetti |
Pipette |
Mortai |
Pestelli |
Imbutini |
Navicelle |
Matracci |
Cilindri graduati |
Becher |
Imbuti |
Provette |
Carte da filtro |
Kit test per suolo |
Tettarelle |
Lenticelle |
Bilancia di precisione |
Cappa chimica |
Piastrine di gel di silice per cromatografie su strato sottile (TLC) |
Reagenti e solventi |
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Blu di bromotimolo 0,4% |
Safranina |
N-Esano |
Fucsina acida |
Glicerina |
Sudan III 0,4% |
Toluene |
Acido solforico |
Acido cloridrico |
Acido acetico |
Acido acetico glaciale |
Soluzione di Lugol |
Iodio |
Differenziatore per kit Gram-Hucker |
Violetto cristallo ossalato di Gram-Hucker |
Violetto di genziana |
Tornasole |
Rosso congo |
LA MICROSCOPIA OTTICA
Il microscopio ottico ha una storia lunga che comincia con le ricerche di Galileo Galilei (1564-1642). Fu il primo scienziato ad occuparsi di lenti e di sistemi ottici capaci di ingrandire gli oggetti per metterne in evidenza dettagli altrimenti invisibili all’occhio umano. Questo infatti utilizza un sistema di lenti capaci di raccogliere, indirizzare e focalizzare i raggi di luce emessi da una sorgente così da produrre un’immagine ingrandita di oggetti molto piccoli. Il progresso tecnologico ha portato nel corso del tempo alla nascita di diversi tipi di microscopio. Accanto al tradizionale microscopio ottico, che si basa sull’uso di lenti per focalizzare ed indirizzare la luce visibile, che comprende le lunghezze d’onda percepibili all’occhio umano (dai 390 ai 700 nm circa). Nel tempo sono nati strumenti che sfruttano invece fasci di elettroni quali sorgente di «luce». E’ il caso del microscopio elettronico a scansione (SEM) e del microscopio elettronico a trasmissione (TEM). I microscopi ottici ed elettronici sono strumenti che oggi sono di fondamentale importanza per la microscopia moderna.
MICROSCOPIA OTTICA: ISTRUZIONI D'USO
- Preparazione del vetrino. Possiamo utilizzare vetrini già preparati oppure possiamo prepararli noi. I metodi di preparazione variano a seconda dell'oggetto da esaminare. L'oggetto va posto nel vetrino portaoggetti, eventualmente colorato (ad esempio col blu di metilene) e fissato; va infine coperto col vetrino coprioggetti, che va posizionato lasciandolo cadere partendo da un inclinazione di 45° rispetto al portaoggetti. Per queste operazioni possono essere necessari:
- un contagocce
- una lametta o un bisturi
- pinzette
- spatoline
- Il vetrino va posizionato sul tavolino portaoggetti del microscopio fissandolo con le molle fermavetrino. Il campione fissato va posto in corrispondenza del foro del tavolino attraverso cui passa la luce (rielaborazione del traduttore)
- Se presente, lo specchietto va orientato in modo che la luce illumini l'oggetto
- L'osservazione si comincia sempre con l'obiettivo a minimo ingrandimento. Si avvicina il vetrino all'obiettivo girando la vite macrometrica, facendo attenzione a non sfondare il vetrino avvicinandolo troppo all'obiettivo
- La messa a fuoco viene regolata tramite la vite micrometrica
- Per osservare altre parti del campione si può spostare il vetrino
- Sollevando leggermente il tubo portalenti o facendo girare il revolver (a seconda del modello di microscopio) è ora possibile passare ad un obiettivo a maggiore ingrandimento, per evidenziare particolari più fini
PRIMA LEZIONE: I FUNGHI
I funghi o miceti sono un regno di organismi eucarioti, sia unicellulari che pluricellulari: questo regno comprende più di 700.000 specie conosciute, benché la diversità sia stata stimata in più di 3 milioni di specie. I funghi si possono riprodurre in maniera asessuata o in maniera sessuata attraverso la produzione di spore dette endospore, come avviene per la maggior parte di essi. Le spore possono essere prodotte in maniera sessuata, attraverso la fusione di due o più nuclei, o asessuata, senza che ciò avvenga. La riproduzione asessuata può avvenire per: scissione, gemmazione, frammentazione e sporogenesi. La riproduzione sessuata è subordinata alla produzione di spore che, prodotte a milioni da ciascun individuo, vengono diffuse sostanzialmente attraverso il vento, l'acqua o gli insetti.
IN LABORATORIO...
La classe è stata introdotta all'ambiente laboratoriale dopo una breve introduzione a cui è seguita la consegna di una pianta simile ad un'alga, per poi passare all'analisi dei funghi. Sono state fornite agli alunni alcune porzioni di due specie di funghi dalle conformazioni diverse, poi ulteriormente tagliate da ciascuno degli alunni attraverso delle lamette, affinché si osservasse il punto di proliferazione delle spore, anch'esse successivamente analizzate al microscopio
SECONDA LEZIONE: I POLLINI
Il polline è il gametofito deputato alla produzione del gamete maschile, sia nelle angiosperme che nelle gimnosperme, ed è oggetto di studio della Palinologia (dal greco pàlinos ossia struttura - granulo pollinico - polvere fine), che è la scienza che studia il polline e le spore, sia viventi che fossili (Paleopalinologia). Più semplicemente si può dire che i pollini sono particelle, a contenuto proteico, grazie alle quali le piante provvedono alla propria riproduzione. Il granulo pollinico è una unità cellulare costituita da uno strato di rivestimento e dal citoplasma, da cui trae origine il tubulo pollinico durante il processo di fecondazione dell'ovulo. Questa nelle gimnosperme è prodotto dai coni maschili, nelle angiosperme è prodotto nelle antere. Per l’identificazione dei granuli si devono osservare tre caratteristiche:
- aperture: tipo (pori o colpi) e numero;
- forma e grandezza del granulo;
- ornamenti.
IN LABORATORIO...
In laboratorio, alternando con una pausa esplicativa, la classe ha osservato al microscopio stereoscopico e ottico dapprima il polline prelevato dai coni di Pinus sp. (e i coni stessi), successivamente varie specie di fiori comuni. Successivamente sono stati forniti alla classe campioni prelevati da profondità di terreno varie di epoche passate, ed è stato richiesto di individuare, e analizzare mediante apposita guida le varie specie di vegetali presenti in tali campioni. In questo modo è stato possibile comprendere l’evoluzione delle specie vegetali nel luogo di prelievo dei campioni nel corso del tempo.
TERZA LEZIONE: L'ORTO BOTANICO
L’Orto Botanico di Roma è uno dei Musei del Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza Università di Roma. Si estende su una superficie di circa 12 ettari nel cuore del tessuto urbano della città, fra Via della Lungara e il Colle del Gianicolo, occupando parte dell’area archeologica denominata Horti Getae, costituita, in antichità, dalle terme di Settimio Severo. L’Orto Botanico di Roma trae origine dall’antico Orto Pontificio dei Semplici ed è collocato dal 1883 nel giardino storico di Palazzo Riario-Corsini, noto per essere stato nel XVII secolo la residenza della regina Cristina di Svezia. Attraverso questa esperienza la classe ha potuto osservare e conoscere una varietà molto vasta di piante, tra gimnosperme, bambù, palme, rose…in un percorso molto suggestivo.
QUARTA LEZIONE: IL COLORE
I pigmenti biologici, anche detti biocromi, sono sostanze prodotte dagli organismi viventi, che appaiono colorati per effetto di un assorbimento selettivo della luce. I pigmenti biologici includono fra gli altri i pigmenti delle piante. Nei frutti, la colorazione è importante per attrarre o allontanare gli animali, affinché il frutto arrivi a completa maturazione; nel caso dei fiori il colore, assieme alle sostanze prodotte e all’odore sono fondamentali per attrarre gli insetti, fondamentali nel processo di impollinazione. I differenti tipi di colori sono dati da:
- Clorofilla, che conferisce il tipico colore verde (respingente)
- Carotenoidi, che conferiscono i colori dall’arancione al rosso vivo
- Antocianine, che conferiscono colori dal viola al blu (poco frequenti)
- Xantofille, che conferisce il tipico colore giallo
IN LABORATORIO...
Dopo aver appreso l’importanza dell’aspetto e quindi del colore nelle piante, la classe ha proceduto ad analizzare la variazione del colore in base al pH. In una provetta sono stati frammentati parti del vegetale/frutto e, in proporzione 7:10, sono stati aggiunti acqua e alcool etilico. Dopo aver miscelato, si è ottenuto il campione di prova colorato. In ulteriori provette sono state poi aggiunte basi e acidi diversi, ottenendo colorazioni differenti rispetto a quella originaria, e con diverso pH. In tal modo la classe ha osservato praticamente cosa avviene chimicamente e ha potuto vedere praticamente la variazione di pH e di conseguenza del colore.
DIMOSTRAZIONE PRATICA: IL pH
Le immagini mostrano un campione ottenuto mediante una miscela 7:10 tra acqua e alcool etilico e parti di frutti/verdure considerati e le sue variazioni di colore in base agli acidi o basi aggiunte al campione originario.